Luigi Carlo Daneri

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Il quartiere Forte-Quezzi (detto il Biscione) a Genova, 1956

Luigi Carlo Daneri (Borgo Fornari, 20 maggio 1900Genova, 7 settembre 1972) è stato un architetto italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nella frazione di Borgo Fornari di Ronco Scrivia, svolse il biennio di ingegneria presso l'Università di Genova e concluse gli studi universitari alla Scuola di applicazione per Ingegneri Civili di Roma, sezione Architettura, laureandosi in ingegneria nel 1923. Dopo un periodo di apprendistato presso lo studio genovese dei Coppedè, aprì una propria attività nel 1929 e subito progettò e costruì le prime opere secondo una versione sobria, quasi classica, dell'eclettismo allora diffuso.

Negli anni trenta si dedicò alle ricerche del Movimento Moderno. Nel 1933 partecipò alla V Triennale di Milano con il gruppo degli architetti liguri. Nel 1934 vinse il concorso per le case alte alla Foce di Genova. L'attività si interruppe per lo scoppio della seconda guerra mondiale. Durante il dopoguerra, per la ricostruzione di Genova, partecipò alla progettazione per INA-Casa. Una grave malattia gli rese difficile proseguire il lavoro per un decennio, prima della morte, nel 1972.

Conseguì la libera docenza in architettura e composizione architettonica nel 1954, e proseguì con l'attività d'insegnamento nella facoltà di ingegneria dell'Università di Genova. Nel 1964 ricevette il titolo di professore straordinario e nel 1972 quello di ordinario. Fu membro del Movimento Studi Architettura dal 1947, dei CIAM dal 1948, membro effettivo e vice presidente della sezione ligure dell'Istituto Nazionale di Urbanistica, accademico di merito dell'Accademia di San Luca dal 1930, membro per invito del MoMA di New York dal 1939, premio IN-ARCH.

Un'architettura che si fa territorio[modifica | modifica wikitesto]

Luigi Carlo Daneri, allievo di Marcello Piacentini e indiscusso protagonista delle vicende architettoniche genovesi[1], operò all'interno dello stesso contesto, applicando soluzioni progettuali diverse alle sue architetture, ma sempre relazionandosi fortemente con il territorio. Un esempio è rappresentato dalla città di Genova dove l'architetto ebbe modo di lavorare a diverse scale: dall'architettura-infrastruttura, come accadde con il quartiere residenziale Ina Casa sulle collina di Quezzi; passando per la scala urbana di Piazza Rossetti in cui costruisce un insediamento a C che include il quarto lato: il mare.

Colonia Piaggio a Santo Stefano d'Aveto

Ad alcuni critici l'architettura daneriana appare una forma manierista del linguaggio corbuseriano; in effetti Daneri riprende alcune tipologie ed elementi espressi da Le Corbusier, ma li riadatta al contesto ligure. È qui che diviene interessante il suo lavoro, che venne apprezzato anche dallo storico dell'architettura Bruno Zevi, il quale pubblicò nella sua "Storia dell'architettura moderna" un'immagine aerea del complesso residenziale Ina Casa di Quezzi (noto come il Biscione, per la sua forma a seguire le curve di livello). Daneri si concentra nella progettazione di edilizia residenziale pubblica come dimostrano i quartieri Bernabò Brea, Quezzi e Mura degli Angeli in cui l'elemento ricorrente è il rapporto con l'orientamento dell'edificio e la dimensione tesa a costruire il paesaggio. Infatti proprio il quartiere denominato dai genovesi il "Biscione" è l'espressione di quel Plan Obus pensato da Le Corbusier per Algeri e mai realizzato; rappresenta uno dei più importanti e significativi esempi di architetture di grandi dimensioni in Italia, come ha più volte sottolineato Bruno Zevi ne "L'architettura", anche per la relazione che instaura con il territorio.

Daneri, essendosi formato con i CIAM (Congrés International d'Architecture Moderne), dichiara di aver appreso la lezione del movimento moderno: pianta libera, facciata libera, pilotis, cemento a vista. Ma un'altra caratteristica del suo operare è l'etica della progettazione: infatti egli aveva lo stesso atteggiamento sia che costruisse la casa popolare sia la casa per il borghese di turno. Ciò è dimostrato dai tagli dimensionali degli alloggi che non cambiano. Continuando nell'esplorazione della sua ricerca progettuale, si nota come dalle case di Sanremo (che riprendono l'andamento sinuoso della costa, alla Colonia Montana Piaggio di Santo Stefano d'Aveto (una grande concavità rivolta verso la valle), passando per il Biscione, l'ospedale genovese San Martino e gli altri quartieri residenziali (Mura degli Angeli e Bernabò Brea) l'opera di Daneri abbia prodotto una varietà di soluzioni progettuali, sempre ancorate al territorio che le ospita.

Principali progetti e realizzazioni[modifica | modifica wikitesto]

Casa Littoria rionale "Nicolò Bonservizi"

I seguenti progetti, quando non diversamente specificato, furono realizzati a Genova.

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • La colonia montana R. Piaggio, Milano, Editoriale Domus, 1940 (Estratto dalla rivista Costruzioni, n.145 del 1940).
  • Una piccola casa sulla scogliera di Sestri Levante, Genova, Mario Bozzi, 1958.
  • La villa Tagliacarne a S. Caterina di Levanto (con Ennio Poleggi), Genova, Agis, 1964.
  • contributo su 10 maestri dell'architettura italiana, Milano, Electa, 1988.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ cfr. Giovanni Duranti: Appunti sulle origini dell'architettura contemporanea ligure. In: Architetture in Liguria dagli anni Venti agli anni Cinquanta, a cura di Silvia Barisione. Milano 2004, p. 26.
  2. ^ Silvia Barisione, Matteo Fochessati, Gianni Franzone e Paolo Piccione, Made in Italy: MITA textile design. 1926-1976, Genova, Sagep, 2018, p. 17, ISBN 9788863735956.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Le opere di Daneri sono pubblicate su riviste dell'epoca come Casabella, Domus oppure come le riviste straniere L'Architecture d'Aujourd'hui.

  • A. Christen, I nuovi quartieri coordinati a Genova e il paesaggio ligure, in Urbanistica, marzo 1958
  • Renato Bonelli, Quartiere residenziale al Forte Quezzi in Genova, in L'architettura, marzo 1959
  • Luigi Carlo Daneri, L. C. Daneri difende il quartiere Ina-Casa di Forte Quezzi a Genova, in L'architettura, giugno 1959
  • Hilde Selem, Opere dell'architetto Luigi Carlo Daneri 1931-1960, in L'architettura, giugno 1960
  • Eugenio Fuselli, Rotary Club di Genova, Bollettino n. 2, marzo-aprile 1968
  • Pietro D. Patrone, Daneri, introduzione di Enrico D. Bona, Genova, Sagep, 1982.
  • Marco Brandoliso e Marco Vido, Daneri e Genova, Itinerario di Domus n. 59, allegato a Domus n. 718, agosto 1990.
  • Paolo Cevini, Genova anni '30: da Labò a Daneri, Genova. Sagep, 1989.
  • Francesco Gastaldi, Silvia Soppa, Triennale di Milano-Università degli Studi di Genova, Genova. Piani 1866-1980, Libreria CLUP Milano, 2004, (con annesso CD-ROM), ISBN 88-7090-680-9.
  • Francesco Rosadini, Luigi Carlo Daneri. Razionalista a Genova, Torino, Testo & Immagine, 2003.
  • Mauro Moriconi e Francesco Rosadini, Genova 900. L'architettura del Movimento Moderno, Torino, Testo & Immagine, 2004.
  • (DE) Monzo, Luigi: croci e fasci – Der italienische Kirchenbau in der Zeit des Faschismus, 1919-1945. 2 vol. Karlsruhe 2017 (tesi di dottorato, Karlsruhe Institute of Technology, 2017), pp. 847-868 e 1009-1010. (testo che fra l'altro si riferisce alla chiesa S. Marcellino costruita da Luigi Carlo Daneri a Genova)
  • (DE) Monzo, Luigi: Croci e fasci - Der italienische Kirchenbau in der Zeit des Faschismus. Berlino, Monaco, 2021, pp. 459-476. (paragrafo a riguardo della chiesa San Marcellino a Genova)

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